Sanremo, il festival della musica italiana, rappresenta una tradizione che risale al lontano 1951.
Negli ultimi anni degli '80 e primi anni novanta questo evento, a mio avviso, ha raggiunto il suo apice, offrendo al pubblico capolavori indimenticabili.
Artisti del calibro di Leali, Ranieri, Minghi, Cutugno, Mia Martini e i Pooh (e tanti altri) hanno regalato al mondo della musica italiana brani che sono diventati veri e propri classici.
La musica di quel periodo era caratterizzata da melodie coinvolgenti e testi profondi, capaci di emozionare e lasciare un segno indelebile nel cuore del pubblico tradizionalista. Le canzoni di Sanremo erano (e sono tuttora) un riflesso della società, toccando tematiche universali come l'amore, l'amicizia, la nostalgia e la speranza.
Nonostante il festival di Sanremo abbia avuto edizioni meno memorabili nel corso degli anni, è innegabile che in ogni annata siano sempre emerse delle vere perle musicali (sempre parlando in ambito di pop-music).
Tuttavia, gli anni '80 rappresentano un momento particolare nella storia di questo evento, un periodo in cui la musica sanremese ha raggiunto il suo apice (come quando degli artisti famosi vengono ricordati soprattutto per una hit di successo nonostante abbiano scritto numerose e bellissime canzoni).
A distanza di decenni questi brani sono ancora vivi nei ricordi e nei repertori di vari artisti.
Non è raro sentirli cantare anche da semplici appassionati di karaoke di ogni età, dimostrando la loro intramontabile bellezza e il loro impatto duraturo sulla cultura musicale italiana.
Ciò che rende gli anni '80 così speciali è il fatto che la musica era al centro dell'attenzione, con un'attenzione particolare alla qualità e alla profondità dei brani. Oggi, invece, sembra che la musica sia diventata unicamente un prodotto di consumo, privo di quella profondità e autenticità che caratterizzava gli anni passati.
lo spettacolo, il music business ha prevalso definitivamente sull'autenticità.
Questo è il vero dramma non solo per la musica ma per la società.
Provate a guardare il pubblico presente a Sanremo. Non vede l'ora di essere ripreso da qualche telecamera per far capire agli spettatori che, in qualche modo, anche loro fanno parte di uno "squallido spettacolo", come l'ha definito recentemente Gino Paoli (e non si è limitato a dire soltanto questo).
Personalmente sto seguendo distrattamente Sanremo. Non amo particolarmente questo modo di fare spettacolo, lo trovo a tratti noioso, a tratti ridicolo.
Avrò modo di ascoltare i brani nel corso delle prossime settimane.
Sono certo che, anche quest'anno, troverò qualche canzone che mi prenderà.
Perchè Sanremo è Sanremo... nel bene e nel male.
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